Libera cronaca del 12 settembre 2010

 

 

Addì, 12.9.2010

 

CHE ITALIA SIAMO…….DIVENTATI

 

SALVIAMO SAKINEH E TUTTI GLI ALTRI CONDANNATI ALLA LAPIDAZIONE

Ieri quattro morti sul  lavoro: tre italiani e un rumeno

 

Più che  togliere le regole per la sicurezza sui posti di lavoro occorre farle rispettare e stroncare ogni illegalità che sul “pane quotidiano” si compie. Il Capo dello Stato  ha espresso la sua indignazione.  Noi sciviamo che l’Italia non può più  permettersi questa continua strage di lavoratori: altro che introdurre regole meno stringenti. Non facciamo i furbi e non facciamoli fare sulla pelle di chi la mattina saluta la famiglia e va a lavorare. Il silenzio a volte è più responsabile di quanto si creda, e i finti ciechi hanno il buio nella coscienza. Sono pericolosi per gli altri, ipergarantisti per loro stessi.

Giuseppe Vezzoni- Addì 12.9.2010

 

Premiazione 38° Premio Satira Politica

 

Forte dei Marmi–  Capannina delle grandi occasioni quella  che ieri pomeriggio ha ospitato la  cerimonia di premiazione del 38° Premio della Satira Politica il cui clou era il Premio alla carriera conferito a Renzo Arbore, il quale  ha  fatto presente, attraverso spassosi aneddoti, che lui non ha mai fatto satira politica come  comunemente  s’intende oggi, mentre è stato pioniere, nel 1970, assieme a Gianni Boncompagni, della satira televisiva. L’uomo  di spettacolo ha raccontato la disavventura a lieto fine davanti al giudice Infelisi che  ebbe nel 1980 a causa del film Il Papocchio che girò come regista con  Roberto Begnigni protagonista. La pellicola fu denunciata per vilipendio contro la Religione Cattolica e alla figura di S.S. Il Papa,  ma che come al solito, mettendo un grande tremore in Arbore, il Benigni nazionale, dopo aver toccato quanto c’era sul tavolo del giudice  si permise di parlare ad un orecchio al medesimo. A seguito di ciò, il giudice  invitò i due a lasciare l’aula, prosciogliendoli dall’accusa. Appena fuori del tribunale Arbore domandò al pestifero Benignaccio cosa mai  avesse detto ad un giudice così importante. Begnini gli rispose  di aver sussurrato al giudice Infelisi  che secondo lui “Arbore doveva aver preso dei soldi dal Vaticano per girare il Papocchio”.   Evidentemente il giudice capì che la satira dissacrante era troppo connaturata ai due artisti, tanto di averne avuto il manifesto riflesso anche dentro un’austera aula giudiziaria. Altri momenti  di  grande ilarità sono venuti da Max Paiella, che ha satireggiato il direttore del Tg 1 Minzolini ed ovviamente il Cavaliere, da David Riondino (Dottor Djembè- Radio Tre) che ha svelato la serenità del premier Berlusconi fulminato nel deserto della Sirte per dare onore e osanna a Gheddafi,  da Corrado Guzzanti  che ha fatto sfoggio della sua poliedrica capacita di modulare voce e personaggi. Il momento di Staino, che ha ricevuto il premio per la vignetta indecente, quella in cui Bobo, il celebre personaggio nato dalle matite del fumettista toscano, si rivolge alla figlia dicendole: “Novantasei membri del governo polacco spariti in un colpo”. E la piccola replica: “La solita storia, a chi troppo e a chi niente”, ha permesso al pubblico una riflessione  satirica, attraverso il racconto del famoso  disegnatore, su quanti   si sono indignati sul primo momento per la vignetta pubblicata su L’Unità  ed avevano inondato d’e-mail  la posta elettronica di Staino ( il cui indirizzo era stato messo in grande evidenza  dalla riproduzione a tutta pagina dal  Giornale di Feltri) e che poi hanno rivisto il giudizio e/o hanno cambiato tenore, dei loro interventi, divenendo  perfino ossequiosi , meravigliati e addirittura riconoscenti perché un così acclarato autore rispondeva e spiegava loro vignetta. Tanto che uno  degli indignati della prima ora  rilevava a Staino che  pur avendo scritto  sempre peste e corna contro tutti mai nessuno aveva finora avuto il garbo di rispondere come aveva fatto lui. Staino faceva rilevare come oggi fosse facile passare  da critiche  velenose a sorprendenti compiacimenti. Il sindaco di Forte dei Marmi, Umberto Buratti, ha posto l’accento, rispondendo alla domanda se il Comune il prossimo anno finanziera il premio,   che l’ente ha in  cassaforte 23 milioni di euro ma che la normativa vigente gli impone di rispettare il patto di stabilità e che pertanto le risorse non possono essere  disposte con quella tempestività che invece sarebbe necessaria. Inoltre ha osservato, poiché la satira non ha avuto peli sulla politica italiana, che quando  si celebra il Premio della Satira  la politica deve fare due passi indietro,senza interferire. Ha ringraziato per  il successo della 38 edizione il Comitato presieduto da Enrico Ceretti, i  membri  della Giuria e le anime di questo premio: Franco Calotti e Cinzia Bibolotti .  Benché premiata e alla conferenza stampa di ieri mattina, era assente Serena Dandini, impegnata  a Firenze per Amnesty International.

 

Giuseppe Vezzoni- Addì 12.9.2010

Seravezza: l’onorevole Antonio Di Pietro ha visitato oggi la mostra “Italia Sia!” dedicata ai 150 anni dell’Unità d’Italia

 Seravezza 12 settembre – “ Credo che tutti quelli che gridano allo sfascio nel nostro paese dovrebbero conoscere la storia e sapere quello che i nostri avi hanno fatto per costruire la nazione. A questa costruzione hanno contribuito tutti gli italiani come si legge nei libri ma qui nella mostra di Seravezza lo si vede”. E’ stato questo il commento dell’ onorevole Antonio di Pietro durante la visita alla mostra “”Italia Sia! Fatti di vita e d’arme del Risorgimento italiano”, che si è svolta oggi nel Palazzo Mediceo di Seravezza (Lucca). Una mostra, organizzata dalla Fondazione Terre Medicee con la collaborazione della Fondazione Spadolini di Firenze, curata da Enrico Dei con la collaborazione di Andrea Baldinotti che racconta con le opere dei grandi macchiaioli come Giovanni Fattori, Telemaco Signorini, Silvestro Lega e altri, le vicende del Risorgimento in particolare quelle comprese fra il 1848 e il 1860. Di Pietro è stato accompagnato dal sindaco di Seravezza Ettore Neri, dall’assessore alla Cultura Franco Carli e dal curatore Enrico Dei. L’onorevole, leader dell’Italia dei Valori, ha visitato anche la Biblioteca Sirio Giannini e il Museo del Lavoro e delle Tradizioni Popolari della Versilia Storica che hanno sede nel Palazzo Mediceo.

La mostra Italia sia! è realizzata con il patrocinio e il contributo di Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Regione Toscana, Provincia di Lucca, Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, Banca della Versilia e della Lunigiana e Henraux. E’ aperta fino al 26 settembre 2010 dalle ore 15.30 alle ore 20, lunedì chiuso. Ingresso: euro 5, ridotto euro 3.

Informazioni : Fondazione Terre Medicee – ufficio mostre, via del Palazzo 358.  55047 Seravezza (LU) . Tel: 0584 757443, e-mail:  uturismo@comune.seravezza.lucca.it

Comunicato comune di Seravezza e Fondazione Terre Medicee- addì 12.9.2010

 

Casa Giorgini non fu costruita dall’Ammiraglio Giorgini

Stazzema- La professoressa Alba Tiberto Beluffi, da considerare la più  espertaconoscitrice in Italia  della vita e dell’opera artistica dei pittori Filafelfo e Nera Simi, interviene presso  il giornale che non c’è per correggere alcune  inesattezze storiche che si leggono sul depliant del Bed& breakfast di Casa Giorgni, una delle strutture turistiche più prestigiose  dell’offerta ricettiva di Stazzema e il cui  proprietario,  per altro lettore del giornale che non c’è, nonchè tante volte stimolato ad intervenire  in merito  al turismo montano,   ha vinto la  non facile scommessa fatta nel 2001 con l’acquisto gli spazi della storica Casa  Giorgini: quella di impiantarvi un’attività di ricezione turistica e di averla fatta crescere fino a rendere il luogo conosciuto e meta ambita per la qualità del servizio e per lo straordinario panorama di cui gode questa terrazza naturale che si affaccia sulla Valle del Vezza. Indiscutibilmente   il pregio paesistico e la cura degli ospiti sono il valore aggiunto del Bed&breakfast. Tra l’altro Casa Giorgini ha inaugurato proprio in questa stagione turistica la sua autonomia energetica dotando la struttura ricettiva di un proprio  impianto fotovoltaico che  oltre a rispondere alla necessità energetica  che richiede l’attività e consegue un surplus di chilovattori inutilizzato che viene  immesso e venduto  alla rete.  La professoressa  Beluffi  vuole solo  correggere un errore di attribuzione della edificazione comunemente e popolarmente  legata all’Ammiraglio Giorgini  Errore che anche la Libera Cronaca e  l’ex  corrisponde  Giuseppe Vezzoni hanno  sovente riportato nello scrivere gli articoli connessi a Casa Giorgini. La premessa era doverosa, perché l’intento della professoressa è unicamente quello di ristabilire la verità di una costruzione tipologicamente di qualità. Un edificare inusitato per un luogo sito alle falde del gruppo della Apuane del Procinto e dei Bambini e  al tempo servito solo dalla mulattiera. Per  giungervi occorreva dal paese di Stazzema  un  cammino di circa 50 minuti.  Il perché dell’intervento della Beluffi. Le vicende della Famiglia Giorgini furono strettamente legate  a quelle della Famiglia Simi e  conseguentemente all’opera artistica di due grandi pittori quali sono Filadelfo e Nera nonché a quel periodo di rinascenza culturale che all’inizio del ‘900 contrassegnò la frazione capoluogo di Stazzema.   Da ricordare che l’anno scorso, proprio a Casa Giorgini, è stata organizzata una giornata dedicata al ricordo artistico  di Fidadelfo e Nera Simi e l’ osservazione della Beluffi  potrebbe essere già stata resa nota.  << Nel bel depliant che pubblicizza la Casa Giorgini- scrive la Beluffi –  nelle note esplicative leggo: ” Fatta costruire exnovo agli inizi del ‘ 900 dall’Ammiraglio Giorgini (…). Nelle vicinanze la cosidetta “Casa del Pittore”, un tempo abitazione di Filadelfo Simi (…). Sulla scalinata panoramica e nella grande sala del camino di “Casa Giorgini” sembra ancora di vedere le dame col parasole ed i bambini festanti che nei mesi estivi animavano le case di campagna(…).”  E’ un quadretto accattivante ma storicamente fallimentare e quindi mi scuso se mi è venuta la voglia di mettere a posto le cose. Casa Giorgini è stata costruita nel 1913 da Vittorio Giorgini, non già ammiraglio (!), ma industriale del marmo, allievo ed amico di Filadelfo Simi con cui andava a caccia, con cui dipingeva e a cui aveva affidato un settore della sua ditta che si occupava di statuaria di piccole dimensioni. Casa Giorgini era stata ideata de Vittorio proprio per stare vicino all’amico Filadelfo. Fra le due case c’era un dislivello di 40 mt. La casa venne denominata “la Silvana”, mentre quella del Simi, oggi conosciuta come la Casa del Pittore, si chiamava “la Villanella”. Era duro terreno di caccia e di cinghiali a cui si accedeva solo a dorso di mulo e non certo adatto a scene bucoliche alla Boldini. Se i due amici avevano scelto quel tipo di residenza era perchè il loro temperamento si accordava bene alle asperità di un buon ritiro appartato e solitario, in compagnia dei loro bambini e delle loro consorti, non certo agghindate con parasoli alla moda di Parigi. Questo per l’esattezza storica che deve essere anteposta a qualsiasi fantasia anche se, ripeto, accattivante.

Prof.ssa Alba Tiberto Beluffi- addì 11.9.2010

 

“Quelle brevi pagine che mai ho dimenticato…”

 

 Seravezza- Caro Giuseppe, ti invio la locandina relativa alla nostra prossima iniziativa “Quelle brevi pagine che mai ho dimenticato …”affinché tu la diffonda e la faccia conoscere attraverso le libere pagine di “cronaca del giornale che non c’è” che, come sai, giudico un autentico, inusitato colpo di fortuna per le comunità di Stazzema e Seravezza, ed in particolare per chi le amministra.

 

Dott. Luigi Santini, presidente dell’Istituto Storico Lucchese – sez. Versilia Storica- addì 10.9.2010

<< La sezione “Versilia Storica” dell’Istituto Storico Lucchese organizza dei brevi incontri – in via sperimentale, presso il Palazzo Mediceo di Seravezza al terzo giovedì di Settembre, Ottobre e Novembre – nel corso dei quali saranno letti, su libera scelta da chi ne faccia richiesta, brani od episodi della letteratura che hanno lasciato in ciascuno di noi una indelebile traccia di conoscenza o di educazione o che, altrimenti, ci hanno aiutato nella comprensione dei più reconditi meccanismi dell’animo umano o delle massime leggi che, fin dall’inizio dei tempi, governano i rapporti tra le persone ed i popoli>>.

 

SEDE PALAZZO MEDICEO DI SERAVEZZA

 

Iniziativa “Quelle brevi pagine che mai ho dimenticato…”

 

In programma per  Giovedì 16 Settembre 2010, ore 21

La passeggiata di don Abbondio

da “I promessi sposi”, 1827

Alessandro Manzoni [Milano, 7 marzo 1785 – Milano, 22 maggio 1873]- Lettore: Luigi Santini

 

La muraglia e i libri

da “Altre inquisizioni” (“Otras inquisiciones”), 1952

Jorge Luis Borges [Buenos Aires, 24 agosto 1899 – Ginevra, 14 giugno 1986]- Lettore:Massimo Tarabella

 

Il cantiniere dell’Aga Khan

da “In quel preciso momento”, 1950

Dino Buzzati Traverso [San Pellegrino di Belluno, 16 ott. 1906 – Milano, 28 genn. 1972]-Lettore Vitaliano Bianchini

 

Socrate, Archimede, Dante: bizzarri scorci biografici

da “Vite degli uomini illustri”, 1975

Achille Campanile [Roma, 28 settembre 1899 – Lariano (Roma), 4 gennaio 1977]- Lettore: Enrico Baldi

Al termine delle letture, gli intervenuti potranno gustare“tarallucci e vino”, gentilmente offerti dai lettori.

Comunicato Istituto Storico Lucchese- Sez. Versilia Storica

 

Libera Cronaca

Addì 12.9.2010

 

Nuovo Blog:liberacronacachenonce.wordpress.com

 Postato dal 27 aprile 2010

 

E-mail Libera Cronaca : giuseppevezzoni@libero.it

                                                giuseppevezzoni@gmail.com

                                              

 

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